Profumo di mamma: Il caco timido                                                          

Il caco timido

    
Non se ne vedono più molti sugli alberi, di cachi (kaki o loti per i più raffinati), ma questa crostatina, fatta un mesetto fa, leggera per quanto leggera può essere una crostatina, ve la volevo far vedere.

Non avevo mai usato questo frutto prima d'ora in nessun modo, a parte mangiarmelo con il cucchiaino come frutta (oppure a spicchi, se trovo la variante di caco-mela)...

L'idea mi è venuta sbirciando la ricetta improvvisata di Paolo (alias eucalipto) sul forum di gennarino.
A parte il fatto che usare i cachi in qualche altro modo mi incuriosiva molto, mi ha colpito anche tutta la lieve descrizione che eucalipto fa del caco timido, una storia che me lo ha fatto piacere ancora di più!!

Crostata con ricotta e cachi

Avevo in freezer una metà dose (sui 500 grammi) di pasta frolla di Adriano, che ho tirato fuori e messo in frigo a scongelare il giorno prima. Ma ovviamente, la potete fare fresca!

Per l'impasto della crostata ho usato:
- 250 gr di ricotta
- 125 gr di zucchero
- un caco grande (vanno bene anche due più piccoli)
- due uova

Il mio caco, biologico e raccolto nel giardino di un'amica, non aveva l'aspetto arancione fosforescente di quelli del supermercato, ma la polpa era un po' più marroncina e di una consistenza meno cremosa. Quindi, per poterlo amalgamare meglio al composto l'ho fatto a dadini e l'ho lasciato ammorbidire sul fuoco per 5 minuti.
Nel frattempo ho sbattuto bene le uova con lo zucchero e poi ho amalgamato la ricotta. Alla fine ho aggiunto la purea di caco, quando si era raffreddata.

La pasta frolla l'ho stesa sui 5 mm e ci ho foderato tanti mini stampini da crostata (o tartellette, per intendersi), e finiti quelli, ho usato anche quelli da muffins. Con mezzo chilo di frolla, mi sarà venuta fuori una dozzina di dolcetti!

Ho prima cotto in forno a 180° la base delle crostatine, coperte da carta forno zavorrata con un po' di chicchi di riso, per una quindicina di minuti. Poi, tolte dal forno, e liberate dalla carta e dal riso, le ho riempite con la crema di cachi e infornate di nuovo per un'altra quindicina di minuti, comunque fino a doratura o fino a che il profumo di crostata non è cominciata ad uscire dal forno!!

Come dice Paolo: Il caco, come suo solito, fornisce colore, dolcezza, consistenza e come tutti i timidi, solo un tenue sentore della sua presenza...

Con questa crostata partecipo al contest di ABOUT FOOD

about food

Etichette: , ,